La festa dell'Uva

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Donne in abiti tradizionali nel campo sportivo Littorio in occasione di una manifestazione fascista, anni 30
Donne in abiti tradizionali nel campo sportivo Littorio in occasione di una manifestazione fascista, anni 30
Donne in abiti tradizionali nel campo sportivo Littorio in occasione di una manifestazione fascista, anni 30
Donne in abiti tradizionali nel campo sportivo Littorio in occasione di una manifestazione fascista, anni 30
Bambine in abiti tradizionali che offrono prodotti alimentari a persone anziane sedute su una panchina in piazza F.Spirito in occasione della Festa dell'uva
Bambine in abiti tradizionali che offrono prodotti alimentari a persone anziane sedute su una panchina in piazza F.Spirito in occasione della Festa dell'uva
Donne con costumi tipici al littorio
Donne con costumi tipici al littorio
Militari e donne con abiti tradizionali davanti alla fontana in piazza Francesco Spirito in occasione della Festa dell'uva
Militari e donne con abiti tradizionali davanti alla fontana in piazza Francesco Spirito in occasione della Festa dell'uva

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La festa dell'Uva

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Nel periodo posteriore alla grande guerra, il mondo contadino italiano attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia: diminuisce il reddito agrario e cresce la disoccupazione, mentre il tenore di vita raggiunge limiti di non sopravvivenza nelle zone più povere del paese. A questo il regime pose rimedio e, nel quadro di una ripresa economica generale, dà vita alla fase della valorizzazione autarchica dei prodotti della terra.
Il ruralismo divenne, così, un valore fondante nei primi anni del fascismo. Vennero allestite una quantità di feste che celebravano i riti contadini: la festa del grano, dell’uva e di qualsiasi altro prodotto agricolo. Anche ad Eboli, come testimoniano le foto di don Luigi Gallotta, la festa dell’uva veniva celebrata con grande entusiasmo e con il coinvolgimento di tutti, in particolare delle ragazze che, indossato il tradizionale costume ebolitano, collaboravano attivamente alla sua riuscita. E, come si vede dalle foto, sono soprattutto le donne le depositarie di questo rito beneaugurale e propiziatorio: le donne, generatrici di vita, divengono mediatrici tra la terra e i suoi prodotti. La terra e le donne nutriranno i propri figli come hanno sempre fatto, e su questo il regime pone il suo imprimatur.

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