Il dopoguerra

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Dopo la liberazione le rappresentazioni della società italiana sono permeate da due tendenze spesso contrapposte: rinnovate passioni civili e politiche con marcate identità sociali; il ridestarsi di antiche e nuove forme di sociabilità imperniate su strutture tradizionali. Ciò segna l'apertura di una lunga e complessa transizione di appartenenze e identità con implicazioni dirette sul piano della rappresentazione della costruzione di un diverso immaginario collettivo nazionale. Nell'attività di Gallotta il primo elemento è pressoché rimosso: sono rari gli scatti che inquadrano il protagonismo politico e il riaprirsi di conflitti nella comunità locale.
Nelle riprese fotografiche viene così del tutto abbandonato l'uso di quell'«iconografia cesarea» che attraverso le gigantografie di Mussolini- nello stesso tempo "grande padre" che osserva per tutelare e "grande fratello" che osserva per controllare e spiare- era poi stata riprodotta infinite volte nell'iconografia ufficiale del regime.
Se l'ideologia totalitaria si era nutrita di dogmi e si era vestita di miti, se il corpo del duce era stato investito addirittura di poteri taumaturgici, ora si ritorna alla tradizionale separazione tra sfera della sacralità, di cui resta unica depositaria la religione, e sfera politica, che, abbandonando le proprie pretese totalizzanti e rigeneratrici, mostra di aver preso consapevolezza dei propri limiti.
Nelle immagini che ritraggono i congressi dei partiti, le conferenze, i comizi, gli oratori, i saggi scolastici, le gare, sembrano così prevalere l'atteggiamento colloquiale e la ricerca del confronto con l'uditorio rispetto alle frasi puramente assertive, agli atteggiamenti gladiatori, agli slogan volti a suggestionare più che e far ragionare. Nell'epoca della guerra fredda e dello scontro frontale tra sinistre e schieramento anticomunista, nella politica sopravvivono, nonostante tutto, discussione e dialogo e nessuno chiede più agli ascoltatori di mettersi sull'attenti.
Gli stessi comizi, anche quando continuano ad avere le vesti di «adunate oceaniche», si svolgono al di fuori delle accurate scenografie e dell'accorta disposizione delle masse a cui il regime aveva dedicato tanta parte delle proprie energia. L'uditorio appare spesso disposto disordinato nelle piazze, a volte seduto per terra, quasi come se si stesse partecipando a una scampagnata.

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