Il rapporto con il paesaggio e la natura è un altro ambito portante della fotografia, fin dalle sue origini. Tra fine Ottocento e inizio secolo XIX, grazie all'egemonia culturale del Grand Tour, il medium fotografico si presenta come mera rappresentazione di un paesaggio selvaggio, percepito come dato nel tempo. Anche questi modi di rappresentare in forme austere e consolidate la dimensione rurale, più in generale la società nel suo complesso, vengono stravolte dalla Grande guerra che travolge le tradizionali forme di comunicazione, dunque anche la fotografia.
Dopo le catastrofi del Novecento, gli scatti le immagini dell'archivio tornano a vedere nella campagna il rifugio dalle intemperie della modernità; ora non più manipolata e finalizzata alla creazione della «terra nuova» da dare all'italiano «nuovo» del fascismo ma assediata dai consumi di massa, compreso quello del suolo aggredito dai processi di suburbanizzazione