L'estetica della festa religiosa è un ottimo punto di partenza per mettere assieme la scansione fotografica del tempo e dello spazio delle comunità, per esportare la celebrazione delle ricorrenze legate al calendario liturgico, nell'arena pubblica. Le festività religiose scandiscono la vita comunitaria, rappresentano a lungo la ritualità che conferma appartenenza, il tempo della visibilità sociale dell'individuo consacrata dall'eternità fotografica: l'icona sacra, i paramenti al balcone, le divise dei portanti, la banda musicale.
Nelle immagini dell'archivio costante è la presenza della Chiesa nella vita della comunità, con la quale anche il fascismo deve convivere , unico caso nel ventennio.
Le immagini successive al 1946 raccontano un'altra storia: la presenza della Chiesa è vissuta come naturale e dovuta, accanto al potere politico nuovo, giovane e fragile, delle istituzioni civili.
Già nel vuoto di poteri istituzionali che si determinò nel corso della transizione postfascista si prefigurò il ruolo decisivo assunto dalle pratiche religiose nella quotidianità degli spazi pubblici. Nella radicale competizione tra contrapposti sistemi di valori nell'Italia di allora, l'egemonia del mondo cattolico si resse su un accorto uso politico dell'interrelazione tra i diversi codici di comunicazione.