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Totale immagini Immagini 1869
Uno dei primi compiti assegnati alla fotografia è quello di mostrare lo Stato e le istituzioni, comprese quelle religiose, alla società; allo stesso tempo includere e mobilitare per comunicare visivamente ai cittadini un'idea di nazione. La fondazione di una vera e propria fotografia finalizzata a ciò si ha con la Grande Guerra, ma è durante il ventennio fascista che l'immagine viene incarica di supportare quella mobilitazione permanente del cittadino che avrebbe dovuto costituire la premessa di una sua trasformazione nell' <<uomo nuovo fascista>>. Nelle foto di Luigi Gallotta, nominato fotografo ufficiale del Partito Nazionale Fascista nel salernitano, si scorge il tentativo di annullare il privato nello Stato totalitario: la massa e le celebrazioni sono i protagonisti della monumentale operazione di riscrittura della storia e di «bonifica visiva» della rappresentazione della società. Dopo la II Guerra mondiale, invece, anche nell'archivio si moltiplicano i punti di vista: una diversità di sguardi che rispecchia la ricchezza del panorama politico dell'Italia repubblicana e la distingue nettamente dal ventennio fascista. Non c'è più una sola immagine del potere, quella ufficiale. Ma neanche ora la direzione è libera: il potere si sforza di pilotare la rappresentazione della società sin dai primi anni del dopoguerra, preferendo l?ottimismo della ricostruzione e poi del miracolo economico alle impietose descrizioni di miseria che molte altre foto <<autonomamente>> scattate dal non più impegnato fotografo ebolitano, trasmettono.
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