11 Indietro
Fuori le Mura
Itinerari

 Descrizione

Totale tappe Tappe 1
Totale immagini Immagini 217
Lunghezza percorso Lunghezza 0 m
La sostanziale modifica della forma urbana che, a cavallo dell'Otto-Novecento accompagna la crescita del ceto borghese, si concretizza nelle grandi città in grossi interventi che possono ricondurre sinteticamente a due fattispecie diverse: da una parte, riedificazioni lungo assi urbani di nuova costituzione detti sventramenti, dall'altra veri e propri ampliamenti.

A Eboli la prima fase non ha sostanziali applicazioni, riducendosi ad un processo di ristrutturazione, di limitata riedificazione e di nuovo impianto a ridosso della murazione sud. Dalla seconda metà dell'Ottocento, la città consolida un nuovo sviluppo urbano che, grazie all'arrivo della ferrovia, vede assi viari che confluiscono nella piazza ovale: i più importanti sono viale Principe Amedeo (poi viale Giovanni Amendola) e il tratto che va da Porta Santa Caterina alla strada statale.
Gli edifici assumono i caratteri esterni dell'edilizia otto-novecentesca ma, fatta in parte eccezione per il fronte su via Ripa, si formano e trasformano su aree già urbanizzate, questo fino alla II guerra mondiale.

Alla sostanziale distruzione del centro medievale nel 1943, segue la decisione di edificare fuori dalle mura della città antica. La nuova direttrice di sviluppo, già evidente nei decenni precedenti la Guerra, disegna una città dove l'assenza di pianificazione asseconda una convulsiva urbanizzazione destinata a travolgere le due tradizionali barriere rappresentate dalla strada statale 19 e dalla linea ferroviaria.
Gli scatti parlano di una nuova comunità che si riproduce fuori dalle vecchie mura, immersa nella problematica vicenda del boom edilizio del II dopoguerra che cambierà il volto delle città meridionali.

Dalla seconda metà dell' Ottocento la città consolida un nuovo sviluppo urbano che vede assi viari che confluiscono nella piazza ovale. Il più importante di questi è il viale Principe Amedeo, dopo la II guerra mondiale viale Giovanni Amendola. durante il fascismo si consolida questa direttrice di sviluppo e nella trasformazione complessiva della zona che va dalla piazza verso la stazione scompare la torre di San Rocco abbattuta nel 1932 viene edificato il nuovo palazzo la Francesca.

Degli gli assi trasversali di collegamento che, grazie all'arrivo della ferrovia sul territorio, riorganizzano la mobilità della Eboli contemporanea tra i più importanti c'è quello che va da porta Santa Caterina alla strada statale, denominata via Madonna delle Grazie fino alla II guerra mondiale dopo la quale diventerà via Giacomo Matteotti. Tutti i piani di sviluppo urbano dall'Unità in poi individuano strategica tale area per l'espansione della città: è in tale zone che avranno sede le attività di quel ceto di piccole media borghesia commerciale che così tanta importanza ha avuto nella dialettica sociale e politica di Eboli, più in generale di tutte le cittadine meridionali.